De Rerum Natura, ovvero l'arte del cambiamento

Scomodo addirittura Lucrezio per l'apertura di questo post ma, come dire, quando ci vuole ci vuole!

Sono settimane, o forse mesi, che trascorro poco tempo sui social, e in quel poco che ci sto, lo ammetto, tendo ad annoiarmi. A parte gli scambi  amichevoli con persone 'vere', esistenti, e con cui ho dei rapporti non-solo-wireless, sono davvero pochi gli interventi che mi sconfinferano, e poi sono in fase indaffarata acuta e quindi in linea di massima concentrata sulle mie cose. 

Quello che spicca all'occhio, però, è sempre la solita minestra: persone (le solite) che si lamentano più o meno di tutto e più o meno di tutti; persone (le solite) che si lamentano o perché non hanno lavoro o perché ne hanno troppo, o perché sono sole o perché non sopportano la famiglia; persone (le solite) che si lamentano perché stanno male o sono tristi o il mondo ce l'ha con loro (e solo con loro!); persone che son peggio di Cicerone, e trascorrono il tempo tra un'invettiva e l'altra. Poi ci sono i malati di ovvietà, e i loro link-perle-di-saggezza (e poi li conosci e ti domandi se almeno li leggono prima di pubblicarli, ma questo è un altro discorso), e quelli che guardano (o leggono) pietre miliari del cinema (o della letteratura) ed è evidente che non ci capiscono un piffero. Ed io, boh, ho sempre la solita reazione: mi ritiro nel mio mondo e mi lavo via tutto quanto dagli occhi e dal cuore. 

Mi chiedo però perché ci si infogna sulle posizioni e sui ricatti e sugli eroismi. Forse io son di vedute semplici, ma in linea di massima quando focalizzo che una cosa non mi va, cerco semplicemente di cambiarla; e se non so come fare, semplicemente mi dedico ad altro: se sposti l'attenzione poi le risposte arrivano, e quando arrivano si focalizzano meglio. 

E son certa di non avere alcuna risposta, per nessuno (e anche se immaginassi di averla la terrei per me, ci sono i Guru per questo), ma credo che anche dipingere una lampada sia un cambiamento; sedersi in un'altra poltrona lo sia altrettanto; leggere un nuovo libro, parlare con tuo marito, sorridere a tuo figlio, chiamare un amico, mangiare cioccolata... Sono tutti piccoli piccoli cambiamenti, ma solo se si vivono come tali. Altrimenti, è la solita, noiosa, vita di tutti i giorni. 

Mi ha cresciuta un papà che son certa avrebbe voluto darmi di più, ma che fin da piccolissima mi ha insegnato l'amore per la carta, per i libri, per i pennelli, per i colori; per tutto ciò che può insegnarti qualcosa e che quindi è sacro. E per questo, il mio babbo, non lo ringrazierò mai abbastanza. Gira che ti rigira, posso dire che è da tutta la vita che l'Universo si accanisce per farmi fare il lavoro che faccio, nonostante le delusioni, le frustrazioni, i fastidi, e la fatica. 

Sì, parlo di fatica, perché ci sono dei giorni (spesso) in cui ti trovi a lavorare anche 12 o 13 ore, e a volte (spesso) l'entità del lavoro è assurda rispetto all'entità del guadagno; perché ti devi inventare tutto da sola, e fare in modo che tutto funzioni, e sia esattamente come lo vuoi; perché non ne hai mai abbastanza, e vuoi sempre imparare di più; e perché c'è sempre una smazzata di persone invidiose che pur di dar fastidio venderebbe un dito. Ma, insomma, chi se ne frega! E' bello reinventarsi, cambiare faccia, cambiare idea, cambiare gusti, cambiare strada, cambiare entourage. 

Il corso naturale delle cose è in perenne evoluzione: meglio stare sempre in movimento! In altre parole: non sopporto più chi non è mai contento!! Ci sono almeno dieci buoni motivi al giorno per essere felici, cerchiamoli!
(Attenzione, cerca cerca potremmo trovarne almeno il doppio per essere infelici!)

(immagine tratta da Pinterest)

Ora, il perché di questo post? (L'ho affrontato 'alla larga' ahahhah)
Stasera una delle quasi uniche cose che mi son piaciute dal web è un'iniziativa simpaticissima, un non-contest, il cui senso potete leggere  QUI: anche io avrei da dire le mie, in questi anni ne ho lette sulla mia mail tante e tante che quasi non le ricordo nemmeno più. Però vedo che il buon lavoro, l'impegno e la correttezza alla lunga pagano (anche se non c'è budget, e scusate il giro di parole!!); nel mio piccolo, oggi ho in essere una collaborazione (RETRIBUITA, YESS!!) che non è sostanzialmente 'tu lavori e io guadagno' ma, 'lavoriamo insieme con uno scopo comune'.

Azz, allora si può. Cambiamenti di strategie e di punti di vista: basta poco!
Buonanotte <3 p="">L.

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