Non ditemi più



Non ditemi più che devo fare questo o quello.
Che per me è meglio una cosa o l'altra.
Che  una parola è buona o forse mai più.

Non dite. Non parlate.
Non azzardatevi più a santificare, a proclamare, dall'alto dei vostri falsi successi,
dall'apice della vostra tronfia ingordigia.

Non ditemi più.
Ché tanto non ascoltate. Ché tanto non osservate.
Perché soltanto tutti voi giudicate.

Lasciate andare chi non vuole nulla,
dimenticate chi non mente e non fa,
chi non urta e non provoca danno.

Non danneggiate chi cerca di restare in piedi,
non toccate chi solo ha bisogno di respirare,
di non essere mosso, sporcato, umiliato.

Non fate affari con noi, non coinvolgete chi ormai non può più.
Lasciate le spine, tutte, che affondino
in un cuore martoriato e provato

che ormai non vuole parlare, non vuole ribattere.
Un cuore che oggi più non può riaffermare e pulsare,
giustificare, spiegare, capire.

Lasciate cadere queste lacrime
di frustrazione, di orgoglio, di pura tristezza,
perché non c'è comprensione, ormai, no.

Non ditemi più quel che è meglio io sia,
che dovrò diventare, ciò che ancora
devo imparare.

Non ditemi più. Tacete.
Non è la vostra anima qui, ad essere picchiata,
violentata, accusata.

Non ditemi più. Uccidete voi per un soldo,
mentite voi soli per un vano successo, per il vostro affamato volere,
fuggitela, ora, quella sterile vecchia umanità.

Restate in silenzio. Gioite.
Non ditemi più.
Soffrite voi delle vostre ricchezze.

Perché io, ora,
raccolgo le reti.
Tiro a bordo e vado, e cambio rotta.





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